Continuità marittima, Ruggiu (Confindustria CNS) auspica una proroga del regime attuale
Il presidente dell’Associazione degli Industriali del Centro Nord Sardegna interviene sul nuovo bando e si rivolge direttamente al ministro dei Trasporti Giovannini
Sassari. «Ora più che mai, in una situazione di pesante incertezza legata all’emergenza pandemica, i sardi e le nostre imprese dovrebbero avere garanzie e certezze sulle regole che disciplineranno la nuova continuità marittima ed aerea. Chiediamo al Governo di rivedere le procedure finora seguite e auspichiamo che, compatibilmente con le regole comunitarie, ci sia una proroga dell’attuale regime fino all’adozione di un sistema condiviso con la Regione e gli operatori, a tutela dei cittadini e dell’economia della Sardegna». È quanto dichiara il presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna Giuseppe Ruggiu sulla scadenza della continuità territoriale marittima e sul bando del Ministero dei Trasporti che ha deciso di modificare il precedente sistema di continuità in bandi distinti per singole tratte, ad iniziare dalla Olbia-Civitavecchia, tenendone in piedi alcune e sacrificandone altre. «Fa già specie che si sia arrivati alla scadenza della vecchia continuità senza aver affrontato per tempo la problematica del rinnovo con il pieno coinvolgimento della Regione e delle parti sociali. Ma colpiscono ancora di più le condizioni e i criteri che si vorrebbero introdurre, che appaiono palesemente non adeguati e, anzi, particolarmente sfavorevoli per l’economia regionale, a discapito dell’intero settore turistico e del comparto manufatturiero», fa notare Ruggiu, che ha inviato una nota al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giovannini.
«Il bando del Ministero per la tratta Olbia-Civitavecchia – continua il presidente di Confindustria CNS – presenta infatti il rischio che se una sola azienda partecipa alla gara accollandosi gli oneri di servizio nel periodo invernale da ottobre a maggio, senza alcuna compensazione statale, riceverà l’importante premialità di poter effettuare in esclusiva la tratta nel periodo estivo, senza nessuna limitazione e vincolo sulle tariffe a carico delle merci e dei passeggeri, compresi i residenti in Sardegna». Una conseguenza totalmente inaccettabile e in palese contraddizione con il principio alla base della continuità territoriale che dovrebbe garantire ai sardi la possibilità di viaggiare alle stesse condizioni degli altri cittadini che si spostano nella Penisola.
«Ancora più svantaggiosa appare poi la previsione che la tratta possa essere effettuata alternativamente in notturna o in diurna. In questo secondo caso ci sarebbe un grave danno per le aziende che esportano prodotti alimentari (che rappresentano la quota maggiore di export dalla Sardegna), che subirebbero pesanti penalizzazioni, soprattutto le eccellenze agricole e industriali, in particolare i prodotti freschi».
Il presidente Giuseppe Ruggiu aggiunge poi un altro elemento di criticità tutt’altro che secondario: «Il bando ministeriale prevede che i partecipanti alla gara debbano garantire la disponibilità di navi con caratteristiche di gran lunga inferiori a quelle attualmente impiegate sulla Olbia-Civitavecchia. Una soluzione incomprensibile perché si rischia di non assicurare posti sufficienti per passeggeri, auto e merci, in una tratta che rappresenta il 50 per cento di tutto il traffico merci della nostra regione e una parte importante di quello passeggeri».
«Sembra insomma che si voglia mirare in primis a far risparmiare lo Stato sul costo della continuità marittima, che con la vecchia convenzione costava oltre 72 milioni di euro all’anno. Sarebbe una logica ben diversa da quella che seguono altri stati, come nel caso della Corsica o delle isole spagnole, per le quali si investono risorse ingentissime, anche in chiave turistica. Crediamo allora che sia urgente ripensare il bando e il modello che si vorrebbe introdurre, anche a costo di sospenderlo prorogando l’attuale regime. La Sardegna – conclude il presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna – non può insomma permettersi un salto nel buio e una mancanza di certezze su questa materia, anche perché non è ancora partita la nuova continuità aerea e permangono pesanti incertezze sul vettore aereo nazionale».