Campo nomadi di Piandanna, il Comune punta alla chiusura

Per adesso si agevolerà il rientro nei paesi di origine di una quarantina di persone. Sopralluogo della Commissione Servizi Sociali con l’assessore Sassu

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Sassari. Un unico campo nomadi, ma in realtà due comunità completamente differenti. Questa mattina la V Commissione permanente del Consiglio comunale presieduta da Lucio Carta e competente in materia di Servizi Sociali ha compiuto un sopralluogo nel campo nomadi di Piandanna. È intervenuto l’assessore ai Servizi sociali Antonello Sassu, che ha illustrato ai consiglieri i programmi della Giunta. Erano presenti anche il dirigente del settore e alcuni funzionari dell’Amministrazione.

«La parte del campo che presenta le maggiori criticità è quella musulmana (della Bosnia, ndr). Le due comunità sono divise da una recinzione e non sono a contatto. E a sua volta il settore musulmano è diviso tra una parte “alta” e una più “bassa” (verso viale Giovanni Paolo II, ndr). La nostra preoccupazione maggiore riguarda ovviamente la situazione ambientale», ha spiegato l’assessore Sassu. Davanti all’ingresso del settore musulmano, i visitatori sono accolti da una discarica che emana un fetore difficile da descrivere. All’interno dell’area è anche peggio: cumuli di immondizia, carcasse di automobili, elettrodomestici arruginiti e tanti altri oggetti abbandonati in ogni dove. Per non parlare del rigagnolo che ospita solo rifiuti. Il tutto accompagnato da una puzza nauseabonda. Da un punto di vista igienico-sanitario è insomma una situazione che definire drammatica, come ha fatto più volte l’assessore stamattina, è forse anche un eufemismo. «Interesse dell’Amministrazione e quindi anche della città è che questo campo venga risanato», ha proseguito l’assessore che ha illustrato le azioni che la Giunta sta attuando. «La prima azione che vogliamo intraprendere è di soddisfare le richieste di una parte di chi vive qui, in particolare di coloro che vorrebbero tornare nel loro paese di origine. Parliamo di una quarantina di persone e abbiamo già i contatti con le organizzazioni che nello specifico si occupano di questi aspetti. Capiremo a breve quali sono i tempi per i trasferimenti, che, tengo a precisare, sono tutti volontari. Possiamo fare  questo grazie a un trasferimento finanziario dalla Regione di 545 mila euro. Una parte di questo fondo, circa la metà, andrà esclusivamente a questo trasferimento. Ci sono infatti degli obblighi, dettati dal Ministero dell’Interno, che ci impongono di seguire precisi iter. Sono previsti anche contributi finanziari alle persone che dovranno spostarsi». I conti, fatti proprio ieri, dicono che sono necessari 200 mila euro. Rimarrebbero in città, sempre dell’etnia di religione musulmana, 34-35 persone. Di questi una buona parte sono bambini.

«Il nostro obiettivo è chiudere il campo, già entro l’anno. Questo significa che avremo poi la necessità di trovare una collocazione per chi rimane a Sassari», ha precisato Antonello Sassu. «Questo campo deve essere chiuso. Non sarà soltanto il settore Politiche Sociali a doversi occupare degli interventi. Saranno coinvolti i settori Ambiente e gli altri della macchina comunale». Insomma, ancora pochi mesi e il campo nomadi, sicuramente la parte musulmana, sarà un ricordo.

Il sopralluogo è proseguito nel settore serbo-ortodosso, che trasmette un senso di maggiore ordine e minor disagio. (lu.fo.)

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