La Biblioteca Universitaria trasferita in piazza Fiume

Circa 300mila volumi trovano collocazione negli spazi ricchi di storia del complesso ottocentesco dell’ex Ospedale della Santissima Annunziata. La cerimonia di inaugurazione con il sottosegretario Francesca Barracciu

BiblioUnivInaugurazione3Sassari. La Biblioteca Universitaria ha una nuova sede. È il complesso monumentale dell’ex Ospedale Santissima Annunziata di piazza Fiume. Tre piani, che comprendono anche la parte che solo fino a pochi anni fa ospitava l’ultimo reparto ospedaliero-universitario rimasto (la Clinica di Malattie Infettive). Dal 5 giugno (e in realtà il trasloco non si è ancora totalmente completato) dagli spazi storici di piazza Università sono stati trasferiti 300mila volumi, con 2900 manoscritti tra cui alcuni di grandissimo pregio (come il Condaghe di San Pietro in Silki del periodo giudicale, scritto interamente in sardo logudorese). E poi 74 incunaboli, 3.500 cinquecentine, circa 4.600 opere del XVII e 3.300 del XVIII secolo. La collezione di opere antiche si è notevolmente arricchita in seguito alle leggi del 1855 e del 1866 sulla soppressione delle corporazioni religiose: i patrimoni librari dei monasteri sassaresi confluirono nella collezione della Biblioteca universitaria. Ottanta in tutto i posti nelle sale consultazione, con otto postazioni multimediali e per ipovedenti. Nel complesso i libri, se sistemati in fila, possono arrivare fino a 7 km.

BiblioUnivInaugurazione2Al taglio del nastro, martedì mattina, sono intervenuti la sottosegretaria ai Beni Culturali Francesca Barracciu ed il sindaco di Sassari Nicola Sanna. Dopo un articolato e complesso intervento di restauro promosso e finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali si è restituita alla piena funzionalità e alla collettività un vero e proprio monumento della città, voluto dal principe Carlo Alberto negli anni ’20 del 1800 e poi realizzato tra il 1843 e il 1848, su progetto dell’ingegnere piemontese Carlo Berio. L’ospedale fu dismesso alcuni anni fa e la struttura versava in una situazione di incuria, fino al recupero di oggi.

«La Biblioteca Universitaria ha origini molto lontane, agli anni della donazione di Alessio Fontana a favore dell’istituendo Collegio Gesuitico da cui ha avuto origine l’Università sassarese», ha detto la direttrice Maria Rosaria Manunta. «Qui adesso si entra in rapporto con i libri in una struttura di grande eleganza. Ogni fondo è carico di significati e sfumature. Perché una biblioteca è la custode della memoria».

BiblioUnivInaugurazione4«È davvero una grande emozione essere qui stamattina per inaugurare questa prestigiosa biblioteca, importante da un punto di vista storico e artistico. Sarà un polo culturale attrattivo, uno spazio per la promozione della cultura. Il Mibac ha compiuto un grande sforzo, uno degli investimenti più importanti degli ultimi anni. E adesso speriamo si possa anche pensare a terminare la ristrutturazione dell’edificio», ha detto la sottosegretaria Francesca Barracciu. «Questo è uno dei luoghi dell’identità di Sassari. Vorrei citare la presenza qui del Condaghe di San Pietro di Silki, un testo che segna l’inizio documentale della lingua volgare sarda. Il Sistema Bibliotecario dell’Ateneo di Sassari ha agito ed agirà in simbiosi con la Biblioteca Universitaria, alla quale resteranno riservate le funzioni istituzionali definite nell’ambito del Sistema Bibliotecario Nazionale. Chiediamo oggi che da parte della Direzione Generale e del Demanio si pensi in tempi brevi alla cessione all’Università degli antichi locali storici in Piazza Università, che debbono mantenere la stessa destinazione d’uso, impegnandosi l’Ateneo a investire i fondi Fas disponibili per una completa ristrutturazione in continuità della missione svolta e nel rispetto della testimonianza storica incarnata dagli arredi, dagli scaffali e dagli affreschi originali che caratterizzano quegli ambienti. In questi spazi (all’ex Ospedale, ndr) si incontrano due storie, quella dell’Università e della Biblioteca Universitaria, non si ratifica una separazione, ma rimane l’alleanza tra Ateneo e città», ha aggiunto il rettore Attilio Mastino.

BiblioUnivInaugurazione1«Ieri ho parlato con il ministro Franceschini. La Biblioteca sarà per noi un luogo di incontro, come accade in tutta Europa», ha detto il sindaco Nicola Sanna. «È un fatto eccezionale. A livello ministeriale è stata pienamente colta l’importanza di tutto questo. Spero si troveranno le sinergie per completare le funzioni culturali che questa struttura assicura a Sassari», ha proseguito il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. «Si tratta di uno degli interventi più rilevanti fatti in Sardegna negli ultimi anni. Il rettore è stato un alleato», ha rimarcato Rossana Rummo, direttore generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d’autore. «La biblioteca non è solo un luogo di studio. Le biblioteche sono le piazze del sapere: ci si confronta, si dialoga e si studia. Da qui si può partire per il rilancio delle attività culturali. E non è finita: accoglieremo in questo edificio anche l’Archivio di Stato e la Soprintendenza». In base ad una convenzione del 2003 tra l’Asl ed il Ministero per i Beni e le Attività culturali, l’ex complesso monumentale dell’ospedale, grazie a un restauro conservativo e di adeguamento funzionale finanziato dal Ministero, ospiterà anche la Direzione e l’archivio storico dell’Azienda Sanitaria, oltre alla Biblioteca Universitaria.

«L’obiettivo tanto faticoso finalmente è stato raggiunto. Finalmente la Biblioteca è riuscita a fare il trasloco. L’edificio ottocentesco si trova nel cuore della città, vicino all’Università, ai musei ed alle altre istituzioni culturali», ha detto infine Maria Assunta Lorrai, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna. Per l’Amministrazione provinciale ha preso la parola l’assessore alla Cultura Marisa Porcu Gaias, autrice di testi sulla storia dell’edificio che accoglieva l’“Ospedale Vecchio”. Presenti anche la presidente della Provincia Alessandra Giudici, il prefetto Salvatore Mulas, il presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Gavino Manca, l’assessore comunale alla Cultura Monica Spanedda, il consigliere regionale Marco Tedde, i rappresentanti delle forze dell’ordine e del mondo religioso (i monsignori Mario Simula e Giancarlo Zichi), docenti universitari e cittadini.

Si potrà accedere alle sale della Biblioteca (che di “universitario”, come quelle di Torino, Bologna e Cagliari, conserva solo il nome, ma che dipende direttamente dal Ministero dei Beni Culturali) attraversando l’atrio e il maestoso Scalone. Al primo piano si trova il vestibolo dei benefattori e dei munifici cittadini che con il loro generoso contributo resero possibile l’attività e lo sviluppo dell’ospedale e la Cappella della Santissima Annunziata, legata al nome di Simone Manca di Mores, primo sindaco post-unitario di Sassari, che eseguì il disegno dell’altare. La Cappella originariamente comunicava, tramite una monumentale porta vetrata realizzata nel 1878, con le camerate di degenza, consentendo agli ammalati di assistere alle funzioni religiose, e che ora, con la prospettiva aperta sull’importante opera di storia dell’arte, adorna le sale di lettura e consultazione della Biblioteca.

La Biblioteca Universitaria non sarà invece dedicata a nessuna personalità illustre sassarese o sarda. Sono cadute le proposte di intitolarla a Enrico Berlinguer o, seppure con meno sostegno, a Grazia Deledda. E la vecchia sede di piazza Università? Le sale riservate alla lettura, sistemate nella seconda metà dell’Ottocento, manterranno, come detto, la loro destinazione. Cambieranno a breve i volumi sugli scaffali. Qui infatti si trasferirà l’archivio della biblioteca del Dipartimento di Giurisprudenza (ovvero il vecchio e glorioso Istituto Giuridico).

Al termine della presentazione si sono esibiti il Coro “Duennas” di Villanova Monteleone, composto esclusivamente da voci femminili, diretto dal Maestro Andrea Zinchiri, il Coro “Su Cuncordu Codronzanesu”, composto da quattro voci maschili espressione della antichissima tradizione musicale sarda, diretto dal Maestro Luigino Cossu, e l’Associazione culturale “Ittiri cannedu” presieduta da Piero Simula, aderente alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari che ha proposto musica e danze popolari della Sardegna e, in particolare, del Logudoro.

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