Banco di Sardegna, bilancio 2021 di grande resilienza e solidità
Si punta alla qualità dell’attivo guardando al territorio con fiducia e proattività
Sassari. Il Consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna, presieduto da Antonello Arru, ha approvato i risultati preliminari di bilancio al 31 dicembre 2021. Il direttore Giuseppe Cuccurese spiega che «la buona performance dei ricavi (+2%), con una crescita record del 14,4% delle commissioni, e il contenimento strutturale dei costi ricorrenti di gestione (-3,5%) hanno consentito di rafforzare ulteriormente la solidità del bilancio, spesando interamente il consistente aumento dei tassi di copertura dei crediti deteriorati ascrivibile all’aggiornamento dei modelli valutativi nel rispetto delle recenti indicazioni normative, in coerenza con l’approccio prudenziale assunto da tempo e tenuto conto della necessità di aggiornare gli scenari macroeconomici alle previsioni più recenti nella prospettiva del venir meno di moratorie e garanzie pubbliche sui prestiti».
I tassi di copertura del deteriorato così raggiunti – con le sofferenze al 69,1% e gli UTP al 46,9% – hanno fatto registrare un aumento di 11,6 punti percentuali del coverage ratiocomplessivo, che si attesta al 61,4%, tra i più elevati del sistema. Con la stessa logica, anche il grado di copertura dei crediti in bonis è più che raddoppiato salendo allo 0,80%.
L’aumento delle coperture va di pari passo con la riduzione del NPE ratio, sceso dal 9,8% all’8,2% lordo e 3,4% netto, per effetto della costante azione di de-risking.
Questi indicatori, unitamente ad un CET 1 stabile ad oltre il 31% ed un Texas ratio del 48,9%, confermano la grande solidità di bilancio e patrimoniale del Banco, evidenziata di recente anche da Altro Consumo, che nella classifica delle banche più solide ha posizionato il Banco al sesto° posto assoluto del sistema e al primo tra le banche comparabili per dimensione.
Nel 2021 il Banco di Sardegna si è quindi mosso su due fronti: da un lato, ha consolidato la robusta solidità patrimoniale, confermato l’ottima posizione di liquidità e rafforzato la struttura del bilancio, dall’altro, pur in presenza di un difficile contesto, ha garantito una forte vicinanza e un adeguato sostegno finanziario al territorio.
Sono state realizzate performance molto positive nell’andamento commerciale, nella gestione del risparmio- con una raccolta indiretta salita a 5,8 miliardi (+ 2,2%) ed una raccolta diretta salita a 11,5 miliardi (+7,6%) – e nella concessione di finanziamenti a imprese e privati saliti a 7,2 miliardi, con oltre 580 milioni di finanziamenti Covid garantiti dallo Stato ed una punta di eccellenza nei mutui casa, con nuove erogazioni record per 630 milioni (+30%).
Meritano menzione anche gli interventi per la promozione di progetti di innovazione, ricerca, sviluppo e investimenti erogati nell’ambito dei diversi fondi agevolati di origine comunitaria, governativa e regionale aggiudicati al Banco in sede di bandi di gara – per citarne alcuni il fondo emergenza imprese BEI/RAS, Jessica, il fondo MIUR per ricerca e innovazione, il fondo MISE per la crescita sostenibile e la convenzione MIPAAF/CDP per i contratti di filiera e di distretto.
Anche l’onere una tantum di 56,4 milioni, spesato al conto economico per gli incentivi all’esodo del personale, ha carattere straordinario e va vista in ottica prospettica in quanto si attiveranno significativi risparmi strutturali sui costi futuri, in presenza di un importante cambio generazionale che consentirà di disporre di una squadra maggiormente proiettata ai cosiddetti nuovi mestieri.
Siamo quindi molto soddisfatti di aver chiuso l’esercizio con un risultato gestionale lordo, se si escludono gli oneri non ricorrenti per circa 150 milioni, di 83,3 milioni. L’incidenza negativa delle poste non ricorrenti sopra citate, ha per contro pesato dal punto di vista contabile, facendo registrare una perdita netta contabile di 45,3 milioni.
Le misure di natura straordinaria adottate nel 2021, unitamente alla conferma della crescita in ogni settore, hanno creato le condizioni per dare al Banco una solidità patrimoniale e di bilancio tra le migliori del mercato e dotarlo di una struttura pronta ad essere riferimento essenziale del territorio e delle imprese nella messa a terra dei numerosi interventi previsti dal PNRR, giocando allo stesso tempo il ruolo di motore della crescita sostenibile e inclusiva, con grande attenzione ai temi di ESG.
Il documento completo
I risultati del 2021 confermano la capacità del Banco di Sardegna di realizzare performance di crescita sostenibile anche in situazioni di notevole complessità quale quella generatasi a seguito dell’emergenza pandemica
La buona crescita dei ricavi e la riduzione strutturale dei costi di gestione, hanno consentito di rafforzare ulteriormente la solidità del bilancio, spesando integralmente il consistente aumento del tasso di copertura dei crediti deteriorati, salito al 61,4%, tra i più elevati del sistema
Gli indici di solidità patrimoniale si confermano su livelli di eccellenza, con CET 1 Ratio e Tier 1 Ratio al 31,75% phased in e al 27,63% fully loaded.
Il risultato gestionale lordo d’esercizio, rideterminato escludendo oneri non ricorrenti per circa 150 milioni2, raggiunge l’importo record di 83,3 milioni, mentre dal punto di vista prettamente contabile, proprio per l’incidenza negativa delle poste di natura straordinaria, si registra una perdita netta di 45,3 milioni.
In aumento del 5,7% a/a la dinamica della raccolta complessiva da clientela, che perviene a 17,3 miliardi: la raccolta diretta da clientela sale a 11,5 miliardi (+7,6% sul 2020) e la raccolta indiretta si attesta a 5,8 miliardi (+2,2% a/a)
I finanziamenti netti a clientela3 salgono a 7,2 miliardi, con la componente in bonis in crescita di 182,9 milioni ed una punta di eccellenza nei mutui casa, con nuove erogazioni record per 630 milioni (+30% a/a); raggiungono i 580 milionii finanziamenti Covid garantiti dallo Stato. Meritano menzione anche gli interventi per la promozione di progetti di innovazione, ricerca, sviluppo e investimenti erogati nell’ambito dei diversi fondi agevolati aggiudicati al Banco in sede di gare pubbliche.
In ulteriore miglioramento la qualità del credito, che registra una riduzione di 130,2 milioni nei crediti deteriorati netti, che scendono a 241,3 milioni (-35%), con le sofferenze nette che calano a 131,4 milioni (-30,8% su dicembre 2020) e le inadempienze probabili a 97,4 milioni (-37,7% sul 2020). L’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei finanziamenti si riduce dal 9,8% all’8,2% anche a seguito dell’attività di derisking, mentre si registra un sostanziale rafforzamento delle coperture dei crediti deteriorati, con una coverage ratio che sale dal 49,8% del 2020 al 61,4%, tra i più elevati del sistema; in questo ambito, la copertura delle sofferenze sfiora il 70% e quella degli UTP il 47%. Anche il grado di copertura dei crediti in bonis segue lo stesso trend attestandosi allo 0,8%, rispetto allo 0,35% di fine 2020. Più che positivo e in progressiva ulteriore flessione l’andamento del default ratio, che perviene allo 0,8%.
La redditività operativa in aumento del 2% a/a, con una crescita record del 14,4% delle commissioni nette, che compensa più che adeguatamente il calo del margine d’interesse. Il primo margine si attesta a 339 milioni (+1%)6, con un’incidenza delle commissioni salita a quasi il 49%, mentre il risultato da negoziazione delle attività finanziarie e dei dividendi è positivo per 29,8 milioni (+23%)
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito salgono a 114,2 milioni (53,4 milioni un anno prima) per effetto di maggiori rettifiche di natura non ricorrente per 81 milioni, ascrivibili principalmente all’aggiornamento dei modelli valutativi alle più recenti indicazioni normative; quanto precede in coerenza con l’approccio prudenziale assunto da tempo e tenuto conto della necessità di aggiornare gli scenari macroeconomici al più recente contesto e della prospettiva del venir meno di moratorie e garanzie sui prestiti.
I costi della gestione, al netto degli oneri straordinari (pari a 56,4 milioni) derivanti dal piano di ringiovanimento degli organici previsto dal nuovo piano industriale, scendono a 237,6 milioni, in riduzione di 8,7 milioni (-3,5%), con le spese per il personale a 130,1 milioni (-4,2%) e le altre spese amministrative a 94,3 milioni, in calo di 2,3 milioni (-2,4%)
Il cost/income12, al netto dei citati oneri non ricorrenti, è in ulteriore miglioramento e si posiziona al 63,6% (67,3% nel 2020), mentre il Texas Ratio scende ancora attestandosi ad un virtuoso 48,9% (56,6% a fine 2020)
Nell’esercizio sono stati addebitati al conto economico contributi ai fondi di risoluzione delle crisi bancarie per quasi 15 milioni (12,4 milioni nel 2020)
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Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, riunitosi oggi sotto la presidenza di Antonio Angelo Arru, ha approvato i risultati contabili preliminari della banca riferiti al 31 dicembre 2021.
Risultati di conto economico del 2021
Il margine di interesse si attesta a 173,9 milioni, in riduzione a/a del 9% per effetto della riduzione dei tassi di mercato.
Le commissioni nette registrano un aumento record del 14,4% pari a quasi 21 milioni. Il dato del quarto trimestre (44,6 milioni) è il più alto di sempre e conferma una progressione costante da inizio anno. La crescita ha interessato tutti i comparti, con particolare enfasi per l’attività in titoli (+3,6 milioni, +15,1%), per i prodotti assicurativi (+4,4 milioni) e per i servizi di pagamento (+4,9 milioni).
Il primo margine (margine di interesse e commissioni nette) sale così a quasi 340 milioni, in crescita di 3,5 milioni, con l’incremento delle commissioni che supera il calo del margine d’interesse. L’incidenza delle commissioni sul primo margine sale al 48,7% (43% nel 2020), a conferma di un trend di progressivo arricchimento dell’attività caratteristica della banca con la consulenza e l’intermediazione verso nuovi prodotti finanziari.
Positivo per 27,4 milioni l’apporto dell’attività di negoziazione sui mercati finanziari, per effetto delle plusvalenze da cessioni di titoli in proprietà realizzate in alcune finestre favorevoli di inizio 2021.
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito ammontano a 114,2 milioni, in aumento di 60,7 milioni rispetto all’esercizio precedente. Il dato comprende maggiori rettifiche non ricorrenti per 81 milioni, ascrivibili alla ricalibratura dei modelli valutativi dei crediti alle più recenti indicazioni normative ed in coerenza con un approccio prudenziale che tiene conto del contesto macroeconomico e di un atteso peggioramento della qualità del credito indotto dal progressivo esaurirsi delle misure di sostegno al credito, comprese le moratorie, in uno scenario ancora incerto.
I costi della gestione, al netto degli oneri straordinari derivanti dal piano di razionalizzazione degli organici pari a 56,4 milioni, scendono del 3,5% a 237,6 milioni. In tale ambito, le rettifiche di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali pervengono a 13,2 milioni; le spese per il personale al netto dei citati oneri si attestano a 130,1 milioni (-4,2%)15, mentre le altre spese amministrative, pari a 94,3 milioni, calano di oltre 2,3 milioni (-2,4%).
Il risultato della valutazione al fair value di attività materiali e immateriali, pari a -9,7 milioni, accoglie le variazioni di fair value degli immobili di proprietà, in applicazione del nuovo criterio di valutazione del patrimonio immobiliare di Gruppo.
Nell’esercizio sono stati spesati a conto economico i contributi ai fondi di risoluzione delle crisi bancarie per quasi 15 milioni (12,4 milioni nel 2020), di cui 11,8 milioni (9,2 milioni nel 2020) come contribuzione al Fondo di Garanzia dei Depositi (DGS).
Si registra, pertanto, un risultato lordo d’esercizio di 83,3 milioni, rideterminato escludendo partite non ricorrenti per 150,2 milioni riferite a maggiori rettifiche su crediti per 84,1 milioni, agli oneri una tantum (56,4 milioni) relativi al piano di ringiovanimento degli organici previsto dal nuovo piano industriale e alle svalutazioni del patrimonio immobiliare in applicazione del nuovo criterio di valutazione al fair value per 9,7 milioni.
Dal punto di vista prettamente contabile, proprio per l’incidenza negativa delle poste di natura straordinaria sopra citate, si registra invece una perdita netta di 45,3 milioni con imposte sul reddito positive per 21,6 milioni.
Lo stato patrimoniale al 31 dicembre 2021
I finanziamenti netti verso la clientela salgono a 7,2 miliardi16, con la componente in bonis che cresce di 183 milioni: i nuovi mutui casa hanno raggiunto l’erogazione record di 630 milioni (+30% a/a)17, mentre i finanziamenti Covid garantiti dallo Stato raggiungono i 580 milioni.
I crediti deteriorati lordi scendono a 625,4 milioni, in diminuzione di 114,3 milioni (-15,5%) rispetto a dicembre 2020 e sono presidiati da rettifiche per 384,1 milioni. I finanziamenti deteriorati netti scendono così a 241,3 milioni, con una riduzione annua di oltre 130 milioni. Il rapporto dei crediti deteriorati lordi sui finanziamenti scende dal 9,8% all’8,2%, mentre il dato netto passa dal 5,2% al 3,4%, con le sofferenze all’1,8% e gli UTP all’1,4%.
Il tasso di copertura dei crediti deteriorati registra un sostanziale incremento, salendo al 61,4% dal 49,8% di dicembre 2020. La copertura delle sole sofferenze sale al 69,1% (57,8% nel 2020) e quella degli UTP al 46,9% (39,6% nel 2020).
La consistenza dei titoli in portafoglio è sostanzialmente stabile a circa 1,6 miliardi, composta principalmente da titoli di Stato italiani.
I finanziamenti interbancari netti18 registrano un saldo positivo di 4,6 miliardi, in aumento di 718 milioni rispetto alla fine dell’esercizio 2020.
La raccolta diretta da clientela sale a 11,5 miliardi, in forte crescita rispetto a fine dicembre 2020 (+812,8 milioni, +7,6%). In particolare, i conti correnti giungono a 10,9 miliardi (+912 milioni, +9,2%), mentre i depositi a risparmio scendono del 12% a 292,2 milioni. La raccolta indiretta sale del 2,2% a 5,8 miliardi (+125 milioni), con la componente gestita che si attesta a 3,4 miliardi (+10%). In crescita anche la componente assicurativa del ramo vita, che supera il miliardo (+12% sul 2020), mentre l’amministrata scende a 1,4 miliardi (-17,6%).
Il patrimonio netto si attesta a 896,6 milioni, in diminuzione di 45,2 milioni per via del risultato d’esercizio; il dato comprende anche gli effetti della modifica del criterio di valutazione degli immobili di proprietà19, che ha comportato maggiori riserve nette per 19,7 milioni, e della distribuzione di dividendi del 2020 per 14,5 milioni.
Gli indici di solidità patrimoniale si confermano su livelli di grande robustezza e largamente superiori ai requisiti normativi. Il Common Equity Tier 1 ratio e il Total Capital ratio, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2021, si attestano rispettivamente al 31,75% e al 32,07%, tra i più alti del settore bancario italiano; gli stessi indicatori, anche in termini fully loaded e quindi a regime, restano su livelli di eccellenza posizionandosi rispettivamente al 27,63% e 27,96%.










