All’Università di Sassari matricole in aumento, la visita della ministra Bernini

L’esponente del Governo ha partecipato all’inaugurazione del 461° anno accademico dell’Ateneo

Sassari. «Questa mia partecipazione compulsiva ad anni accademici è un anno di rispetto verso l’università, non turismo universitario. Io ascolto tutti e rispondo. È un ciclo intensivo di riscoperta della realtà universitaria che avevo lasciato da una decina d’anni. E che è cambiata tantissimo. Non è più la monade senza porte e senza finestre che fa ricerca fondamentale e non ricerca applicata. L’università è principio di realtà, che crea infrastrutture strategiche di ricerca, assembla la società, il mondo civile, quello imprenditoriale, il terzo settore, la Caritas». Parole della ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che martedì mattina ha partecipato all’inaugurazione del 461° anno accademico dell’Università di Sassari. Accolta dalla prefetta Paola Dessì, dal sindaco Nanni Campus, dall’amministratore straordinario della Provincia Pietrino Fois e, per la Regione, dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais e dall’assessore Carlo Doria, la ministra è stata subito salutata dal rettore Gavino Mariotti, che l’ha accompagnata all’interno del palazzo del Rettorato. Dopo un momento introduttivo a cura del Coro dell’Università, diretto dal maestro Fabio Fresi, che nel cortile interno ha eseguito un brano della tradizione sarda, Bernini ha affiancato il rettore in coda al corteo del Senato accademico che ha aperto la cerimonia nell’Aula Magna, con l’esecuzione dell’inno “Gaudeamus igitur” e dell’inno nazionale.

La ministra Bernini riceve il sigillo dell’Ateneo dal rettore Mariotti

«È vero che le iscrizioni ai corsi accademici in generale sono in calo. Borse di studio e mobilità studentesca possono però rendere concreto ciò che a volte è un’aspirazione. La diminuzione è zonizzata e voi andate un po’ in controtendenza – ha detto ancora la ministra, riferendosi al fatto che a Sassari le immatricolazioni sono aumentate del 4 per cento rispetto a un anno fa –. Il calo demografico, le difficoltà di certe aree del Paese, la nostra incapacità di essere attrattivi, ci può essere di tutto. Ma un modo di contrastare queste può allora essere un erasmus italiano. Non inventiamo nulla. Apriamo il nostro mondo a suggestioni che ci sono già. Come i 500 milioni di risorse aggiuntive per le borse di studio o il sostegno all’housing o i 18mila dottorati innovativi sperimentali con le imprese, che vadano oltre il manifatturiero. Sono tutti strumenti che dobbiamo utilizzare per fare in modo che gli studenti entrino nel mondo reale».

«Questa università è caratterizzata dal pragmatismo. Il covid ha creato sì alienazione. Ma c’è altro. Quando studiavo io il mio riferimento era la città e la regione, oggi è il mondo. Ed è una sfida per la quale serve una cassetta degli attrezzi anche per lavori che oggi ancora non esistono, il medico ingegnere, il filosofo matematico», ha proseguito Bernini.

«Vedo qui il professor Mario Segni. Ecco, vorrei allora ricordare le parole di suo padre, il quarto presidente della Repubblica, Antonio – ha ripreso la ministra Bernini –. “Siamo un Paese apparentemente povero di risorse, ma in realtà abbiamo una ricchezza immensa: l’intelligenza e il lavoro degli italiani”. Questo è il momento di mettere a frutto l’intensa verità di queste parole».

Soddisfazione infine è stata espressa dalla senatrice Bernini per la modifica dell’articolo 119 della Costituzione con l’inserimento del principio di insularità e sostegno all’insedimaneto dell’Einstein Telescope nella miniera di Sos Enattos a Lula.

Dopo il saluto del professor Carlo Doria a nome del presidente della Regione, Christian Solinas, ha preso la parola il rettore Gavino Mariotti, che ha sollecitato la ministra sulla programmazione degli investimenti. «Gli esiti positivi delle molte iniziative realizzate o avviate negli ultimi due anni confermano la centralità delle tre direttrici, che hanno orientato il nostro operato: la Comunità, il Territorio e il loro rilancio. Sono questi i solidi pilastri su cui fondare la nostra nuova visione strategico-operativa nel segno della coesione, del dialogo e della proficua collaborazione», ha esordito il rettore, che ha ricordato che dal suo insediamento sono state bandite ben 358 posizioni lavorative, 196 solo dal dicembre 2021 a oggi. Importantissimo poi il passaggio del suo discorso sull’incremento delle immatricolazioni, un dato in totale controtendenze rispetto al resto d’Italia: «I dati provvisori dell’Ufficio Statistica del Ministero dell’Università, aggiornati al mese di gennaio 2023 – ha detto Mariotti – rilevano a livello nazionale per l’a.a. 2022/2023 un modesto incremento dello 0,34 per cento rispetto all’anno passato. Il nostro Ateneo registra, invece, un aumento delle immatricolazioni di circa 4 per cento rispetto allo stesso periodo, per cui supera di 10 volte la media nazionale, avvicinandosi alla soglia delle 3900 matricole. Grande impulso alle immatricolazioni è stato dato dal Progetto P.A.110 e lode per la formazione dei pubblici dipendenti. Hanno aderito al progetto quasi 400 studenti: 169 del settore privato e 218 del settore pubblico. Attualmente è in fase di definizione la riorganizzazione dell’offerta formativa, che contempla un attento ascolto degli stakeholder al fine di adeguare l’offerta alle esigenze del mondo del lavoro. Recentemente è stata, inoltre, richiesta al Ministero dell’Università l’autorizzazione per l’aumento di circa un terzo dei posti disponibili per l’immatricolazione al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, per il minimo di un triennio. Confidiamo nell’accoglimento».

Sono poi intervenuti Paolo Delogu, già rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell’Ersu, e, a nome del personale tecnico e amministrativo, Franco Filigheddu, responsabile dell’Ufficio Stipendi e Adempimenti Fiscali dell’Università di Sassari.

Presenti in sala assessori e consiglieri regionali (oltre a Carlo Doria c’erano Aldo Salaris, Antonio Moro, Gianfranco Ganau, Desirè Manca, Piero Maieli), gli ex parlamentari Mario Segni e Arturo Parisi, i rettori emeriti Attilio Mastino e Alessandro Maida, l’arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba, il vescovo di Ozieri Corrado Melis e, sempre in prima fila, il cardinale Angelo Becciu, e i sindaci dei comuni che ospitano i corsi dell’Ateneo sassarese, Mario Conoci (Alghero), Settimo Nizzi (Olbia) e Andrea Soddu (Nuoro), oltre a Campus per Sassari, il presidente dell’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” Giorgio Auneddu Mossa, il presidente e il direttore del Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” Ivano Iai e Mariano Meloni. E poi i vertici locali delle Forze dell’Ordine e militari, i rappresentanti di associazioni di categoria e amministratori locali.

Alla ministra Bernini è stato consegnato il sigillo dell’Ateneo. Hanno partecipato i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu”.

Infine, il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Sardegna: il mercato del credito al servizio del territorio e analisi del contesto di riferimento”.

Luca Foddai

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