Sassari al centro di una nuova area metropolitana
Tra i punti principali del programma di Angela Mameli, candidata alle primarie del centrosinistra per la scelta del sindaco, c’è il ruolo del capoluogo come riferimento per il nord ovest della Sardegna
Sassari. «Iniziamo dai punti programmatici. Voglio partire tenendo conto di idee e proposte. Per questo sto incontrando associazioni, comitati e cittadini, ma anche ordini professionali. Occorre migliorare e rafforzare quanto ha fatto l’Amministrazione comunale negli ultimi nove anni, con il centrosinistra al Governo». Le linee del programma di Angela Mameli, candidata alle primarie per sindaco di Sassari, fanno riferimento diretto ai principi alla base dell’azione amministrativa che Palazzo Ducale ha portato avanti dal 2005 ad oggi. «Ritengo che la Giunta Ganau ci abbia lasciato una città riqualificata, risanata e da questo voglio partire. Sassari ha fatto un salto in avanti», ha spiegato martedì mattina alla stampa nella sede elettorale di via Manno.
«Sassari deve diventare area metropolitana. Tutti i punti del programma sono all’interno di questo discorso. Si tratta di vincere una sfida, anche di carattere culturale. All’inizio, ed io sono stata assessore per cinque anni, dal 2005 al 2010, abbiamo trovato una città quasi allo sbando. Ci si limitava a gestire l’ordinario. Adesso ci sono spazi culturali qualificati ed un’offerta che compete con Cagliari ed anche con le città europee», ha detto. «Sassari si trova in una situazione particolare, come posizione ma anche per quello che ha. Ci sono pochissime altre realtà che come noi hanno università, conservatorio, accademia di belle arti ed istituto di scienze religiose. Quindi, lo ripeto, è una sfida, questa di fare diventare Sassari un’area metropolitana, che dobbiamo affrontare e vogliamo vincere, soprattutto adesso che perderemo le nostre province. E pensare in grande ci ha consentito di ottenere il riconoscimento dell’Unesco per i Candelieri, con un percorso avviato 7 anni fa».
Poi gli altri temi. Dalla mobilità interna alla Ztl, per cominciare. «Abbiamo una Zona a Traffico limitato che necessita di un tipo di mobilità diversa. Ho assistito come cittadina ad una contrapposizione dura, quasi a tifoserie da stadio, tra chi è a favore e chi è contrario. È una contrapposizione che ritengo non possibile in una città come la nostra. Vogliamo una Sassari vivibile ed un centro rivitalizzato. Questo è l’obiettivo». E importante rimane il rapporto con Alghero e Porto Torres, perché l’aeroporto ed il porto servono a tutto il nord ovest della Sardegna. Sassari città universitaria: deve migliorare il rapporto con il mondo del lavoro. «Ho visto da poco il rapporto Almalaurea, con dati strabilianti sul piano dei risultati accademici. Ma gli studenti poi solo per il 50 per cento trovano lavoro nel primo anno dopo il completamento degli studi. Dobbiamo pensare a rafforzare il discorso del Master&back, con una sorta di ritorno a Sassari». E il campus universitario? «Non mi pronuncio, non sono contraria a priori, ma ritengo che la scelta non può essere presa in maniera isolata. Abbiamo 19mila studenti che gravitano su Sassari, che possono fare la differenza su dove può essere costruita la casa dello studente. Questa decisione non può che essere presa in condivisione». Perché un campus o le residenze diffuse cambiano il volto della città.«Il cambiamento deve essere condiviso all’interno di un discorso molto più ampio. Sono favorevole ad un’interlocuzione vera perché si trovi condivisione, assetto che vogliamo dare a questo servizio».
Dialogo quindi. E costruzione di un percorso di lungo respiro. «È il lavoro dell’ascolto quotidiano, che va oltre la sistemazione di buche sulle strade. Dobbiamo fare pressing sulla Regione perché si costituisca l’area metropolitana. Il Piano Strategico sovracomunale all’interno porta già queste sfide». Tra le proposte da portare avanti c’è, per esempio, il parco delle valli.