Nuovo Umanesimo dell’Incontro, riconoscimento per madre Aurora Cambilargiu

L'arcivescovo Saba: «Con la Faradda il volto comunitario della Chiesa di Sassari». Rinnovato l'incontro annuale con i rappresentanti dei gremi

Sassari. Ieri sera, nell’auditorium San Giovanni Paolo II in largo Seminario, l’arcivescovo di Sassari Gian Franco Saba, affiancato dal nuovo vicario generale monsignor Marco Carta, ha incontrato i rappresentanti dei gremi in vista della ormai vicina Faradda del 14 agosto e della ricorrenza dell’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria. Un appuntamento, promosso dalla Fondazione Accademia, Casa di Popoli, Culture e Religioni, che si ripete ogni anno e che viene rafforzato per l’occasione con ulteriori eventi. Uno è l’intervento di uno studioso di scienze ecclesiastiche, stavolta il professor don Mario Farci, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. L’altro momento è costituito dalla presentazione del messaggio ai gremi. Il titolo per il 2024 è “Maria Assunta in cielo: con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del figlio suo”.

«Sicuramente siamo chiamati a essere rigenerativi. Maria, come ha detto don Farci, riassume in sé il dinamismo tipico della Chiesa. Chiuderci in una dimensione statica sarebbe limitativa – ha spiegato monsignor Saba –. Farci ha colto anche una cosa importante, la dimensione mariana della città di Sassari. Compito del vescovo è allora mettere insieme tutti i nomi di Maria, che si è presa cura di Gesù e dalla patria celeste si prende cura di noi, della comunità. I gremi allora possono essere una comunità di cura. Maria cosa suggerisce a ciascuno di noi e alla Chiesa in cammino? Una leadership che possa esprimere una contestualizzazione: come l’umanesimo dell’incontro, prendersi cura gli uni degli altri. Una prospettiva che non è un’operazione di restauro ma di rigenerazione. Siamo nella sala dedicata a San Giovanni Paolo II, che nel 1980 disse all’Unesco che l’avvenire dell’uomo dipende dalla cultura. Se allora tutte le macchine a spalla sono una preziosa eredità culturale e spirituale abbiamo una grande responsabilità, far fruttare questi talenti, non sotterrarli. Ci sono talvolta delle posizioni che guardano all’indietro senza camminare in avanti; si rimane bloccati dal torcicollo, invece lo sguardo all’indietro deve dare impulso per andare avanti. I nostri tempi affrontano nuove sfide per la città, che possiamo sintetizzare nei processi migratori. La danza della festa, il camminare, questa dimensione del discendere per ascendere, che è stata sottolineata, davvero mi sembra una bella metafora per chi ci accompagna nel cammino».

Sono inoltre intervenuti il sindaco Giuseppe Mascia e il presidente dell’Intergremio Fabio Madau. Gli interventi musicali della serata sono stati curati dall’Associazione Culturale “Coro di Florinas”. «Ho sempre guardato alla Faradda da sassarese e da studioso. Emergono stasera alcune cose che faccio mie da sindaco – ha detto Mascia –. Arturo Parisi, qui presente, mi ricordava una cosa importante, ovvero che da troppo tempo nella nostra città non analizziamo il momento “aurorale” della festa, cioè quando nasce. La sua origine è il sentimento della fine che i sassaresi hanno avuto in determinate situazioni pensando di affidarsi a qualcosa. La festa è sempre a rischio secolarizzazione. Ma non bisogna mai dimenticare che gli aspetti sono due, quello religioso e l’altro, civico-popolare, e devono stare insieme. Il portarsi soltanto da una parte è la corruzione diretta di questa unità. Chi pensa di far pendere la festa da una sola parte sbaglia».

Ma il momento più atteso della serata era l’assegnazione del riconoscimento annuale per l’impegno attivo e concreto nella promozione di un Nuovo Umanesimo dell’Incontro. Per il 2024 è stato attribuito a madre Maria Aurora Cambilargiu, 96 anni, per circa vent’anni superiora generale delle Pie Sorelle Educatrici e già docente all’Università di Sassari e alla Facoltà Teologica di Cagliari. «Sono venuta qui per sentire don Farci e perché invitata dall’arcivescovo tramite la mia madre generale – ha commentato madrea Aurora –. Non potevo prevedere invece… Scusate per l’emozione, è tutto improvvisato. Ringrazio per la fiducia. E vorrei ringraziare anche la mia comunità delle Pie Sorelle, grazie alla quale ho potuto studiare e valorizzare i miei sogni». Il riconoscimento, giunto al quinto anno, nel 2020 è stato assegnato all’allora prefetta di Sassari Maria Luisa D’Alessandro, nel 2021 al direttore della Caritas Nazionale monsignor Francesco Soddu, oggi vescovo di Terni-Narni-Amelia, nel 2022 a Gianni Serra, comandante della Polizia Locale di Sassari, e nel 2023 a Maria Stella Mura, già direttrice della Clinica di Malattie infettive dell’Aou sassarese. (lufo)

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