Lai (Pd): «Allarme degiovanimento per la Sardegna»

Il rapporto Svimez 2024 dice che l’insularità incide in maniera determinante. «Governi ascolti allarme», rimarca il deputato dem

Il deputato sassarese Silvio Lai (Pd)

Sassari. «Il rapporto Svimez 2024 racconta di un Paese che punta tutto sul PNRR per ridare slancio ad una ripresa che dopo la crisi Covid si manifesta a macchia di leopardo con un mezzogiorno che è appeso ad un filo: dopo la buona performance 2019-23 il sud rallenta inesorabilmente. Nel mentre il Governo si propone con una legge di bilancio antisud, con norme e iniziative che sono inutili se non dannose per il mezzogiorno. A partire dal fallimento della tanto proclamata ZES unica, dal ritardo che si registra nel mezzogiorno sull’avanzamento del PNRR, dalla crisi automotive che innerva il tessuto industriale del mezzogiorno». Lo afferma Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio a Montecitorio.

«Ma è soprattutto l’universo giovanile a mandare i messaggi più drammatici che rivelano i danni del Governo: su tutte un drammatico degiovanimento (o invecchiamento) che pesa su Mezzogiorno e centro Italia nei prossimi dieci anni, frutto non solo dei cambiamenti demografici ma anche di scelte politiche. Svimez sottolinea la crescita dell’emigrazione giovanile e intellettuale sud nord, stimolata anche da interventi sulla finanziaria 2025, e la sparizione di decontribuzione sud a cui si aggiungono gli effetti dei tagli sul fondo unico universitario che nelle università del mezzogiorno bloccherà la totalità delle assunzioni e l’abbandono al loro destino di migliaia di ricercatori anche assunti con il PNRR che dovranno spostarsi al nord o all’estero – prosegue il deputato dem –. Per la Sardegna il quadro definito da Svimez coincide in parte con le altre regioni del mezzogiorno con tre distinzioni: in termini di aumento del PIL reale l’isola è terzultima: hanno fatto tutte meglio salvo la Basilicata e la Calabria. In secondo luogo, le sarde sono quelle più a rischio nella desertificazione universitaria come è più fragile anche il tessuto industriale per il maggiore costo energetico e logistico. Infine, il dato più eclatante è quello della crisi demografica che prevede che nell’arco di un decennio, al 2035, la popolazione di bambini si riduce del 22 per cento medio in Italia e del 36 per cento in Sardegna con effetti estremi sul sistema scolastico e universitario, oltre che sui costi sociali. In tutte questi fattori di crisi l’insularità costituisce un aggravante, se non la causa, ed è per questo che al Governo va chiesto un tavolo straordinario che individui una strategia e degli impegni per colmare questo divario non solo in termini economici, con risorse di spesa corrente che non producono cambiamento ma con un progetto complessivo di scelte e opere complessive strategiche che i sardi devono mettere in campo. Se con il Pnrr ci siamo proposti con 220 progetti invisibili, non possiamo sprecare l’occasione che ci viene data con le risorse europee e quelle provenienti dalla presente e futura vertenza entrate», conclude Silvio Lai.

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