I Candelieri tra le mura ferite di Santa Maria
L’arcivescovo padre Paolo Atzei lancia la proposta di creare un comitato di benefattori per garantire un intervento immediato
Sassari. «Fino all’ultimo abbiamo rischiato di chiudere Santa Maria. Prima di andare via da Sassari volevo creare allora un comitato di benefattori per garantire un intervento quasi immediato nel prossimo futuro. Perché questo diventi una garanzia nei secoli futuri». Quella di ieri era l’ultima Faradda da arcivescovo di Sassari per padre Paolo Atzei, che il prossimo 1 ottobre lascerà la guida della diocesi turritana al nuovo arcivescovo monsignor Gian Franco Saba. Una Discesa che quest’anno è sembrata essere addirittura a rischio. Le cadute di intonaco e calcinacci nei primi giorni di agosto hanno fatto preoccupare i Frati Minori Conventuali, che custodiscono la struttura, chiesa e convento. E anche l’Amministrazione comunale che è subito intervenuta facendo installare una rete di protezione sullo spazio sottostante la cupola, la “zimboina”, come viene chiamata dai sassaresi.
Ma anche altre parti della chiesa e dell’annesso convento medioevale necessitano di urgenti lavori di recupero. Lo ha ricordato al termine della cerimonia del Voto il padre guardiano Silvano Bianco. «Quest’anno lo scioglimento del Voto avviene tra le mura ferite di questa bella chiesa, visibilmente segnata dal tempo e bisognosa di interventi. Anche questo scrigno di storia contribuirà se ben restaurato a raccontare la fede di tutto il popolo sassarese», ha detto padre Silvano. Significativa la presenza in chiesa, durante la funzione dello scioglimento del Voto, del ministro provinciale dei Conventuali del centro Italia, provincia francescana a cui da qualche mese appartiene la Sardegna, padre Franco Buonamano.
Ancora difficile quantificare la cifra necessaria per il restauro di tutto il complesso. Forse oltre dieci milioni di euro. Per l’installazione della rete sotto la cupola l’Amministrazione comunale ha speso quasi ventimila euro. E lo scorso anno il sindaco Nicola Sanna aveva inviato una lettera al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini chiedendo un contributo straordinario di un milione di euro. Adesso però non si può più attendere.
Quella del 14, anzi del 15, visto che la Faradda si è conclusa poco dopo le due del mattino, è stata ancora una volta una festa di popolo, con decine di migliaia di persone che hanno seguito le evoluzioni e i balli dei portatori dei Candelieri. Un evento sempre carico di emozioni e passioni, sotto gli occhi di Patrizia Nardi, coordinatrice della Rete delle Grandi Macchine a spalla, di cui fa parte la Discesa dei Candelieri, Rete inserita dall’Unesco nella lista dei beni immateriali dell’umanità.