Lo Senyal del Judici, l’Alguer i el Cant de la Sibil·la a Roma
Arte in Musica e Coro Polificonico Algherese nella chiesa barocca Santa Maria dell’Orto
Roma. Lo scenario è quello della chiesa barocca Santa Maria dell’Orto a Roma, nel quartiere di Trastevere, l’accoglienza racconta la voglia di tutelare un bene dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2010, la protagonista è l’arte, il Cant de la Sibil•la nella sua più ricca e articolata rappresentazione.
Il 3 novembre a Roma, nella chiesa di Santa Maria dell’Orto, l’Associazione Arte in Musica e il Coro Polifonico Algherese hanno riproposto il tesoro che la città di Alghero – unica insieme a Maiorca – custodisce dal Concilio di Trento: il Canto della Sibil-la.
L’Associazione Culturale Arte in Musica da anni lavora per dare valore al patrimonio musicale e tradizionale della Sardegna e in particolare per favorire la conoscenza e la divulgazione del Cant de la Sibil·la attraverso la produzione di spettacoli dove tradizione e innovazione si legano. Lo spettacolo del 3 novembre è stato preceduto da una conferenza sul Senyal del Judici, a cura di Mariona Sagarra i Trias, Carmela Mura Monfardino e Giuseppe Calaresu.
Il Senyal del Judici è un canto profetico paraliturgico attestato ad Alghero fin dal XIV secolo. Il canto affonda le radici nel latino Iudicii Signum e conosce una grande diffusione in epoca medievale, quando viene interpretato nelle lingue locali europee, ma solo ad Alghero e Maiorca la sua tradizionale esecuzione nella notte di Natale è sopravvissuta fino ai nostri giorni.
Lo spettacolo Lo Senyal del Judici, l’Alguer i el Cant de la Sibil·la, organizzato dall’Associazione Culturale Arte in Musica con la collaborazione del Coro Polifonico Algherese è un viaggio musicale, narrativo e iconologico che conduce l’ascoltatore nel mondo della profezia della Sibilla, trasportandolo nell’ambiente culturale e musicale del mediterraneo medievale di influenza catalana.
In origine il Canto era diffuso in tutto il Mediterraneo. Preannunciava il ritorno, alla fine dei tempi, di Cristo nelle vesti di Re, Giudice e Salvatore, ovvero uno dei messaggi fondamentali legati alle Festività e al Natale. Dopo il Concilio di Trento del 1563 il Cant de la Sibil•la fu ritenuto una tradizione profana e i vescovi ne proibirono l’esecuzione. Il canto scomparve così dalle celebrazioni liturgiche, tranne che, come detto, a Maiorca e ad Alghero, dove la tradizione popolare prevalse. Il canto viene ancora oggi eseguito grazie anche ai Sibil·lers che ne hanno preservato il rito, come documentato da una trascrizione, conservata nell’Archivio Storico Diocesano, fatta dal canonico Antonio Michele Urgias nel 1820.
Seguire la storia di questo rito significa ripercorrere un viaggio sorprendente fra liturgia, musica e poesia. È un viaggio che ha inizio all’epoca che vede il tramonto della civiltà pagana e l’affermarsi del Cristianesimo. In questo periodo caratterizzato dal rapporto complesso e controverso fra le due culture, la profetessa è il solo personaggio del mondo pagano ad entrare addirittura nella liturgia quale annunciatrice della seconda venuta di Cristo il giorno del Giudizio Universale.
Arte in Musica e il Coro Polifonico Algherese hanno rivisitato e tessuto uno spettacolo che con la rappresentazione scenica di brani contemporanei e antichi nei quali la Sibilla emerge nell’intreccio di culture; un percorso nell’arte e nella musica.
I testi e le ricerche, curati da Carmela Mura Monfardino e Giuseppe Calaresu, hanno permesso di adattare il Canto che ogni anno a Natale si organizza nella Cattedrale di Alghero, per la serata romana. Le voci narranti hanno guidato lo spettacolo interventi musicali strumentali e corali, diretti dal maestro Ugo Spanu. Le elaborazioni sulle melodie gregoriane e i brani di polifonia contemporanea si accompagnano ad esecuzioni all’organo, conducendo lo spettatore all’ascolto dell’interpretazione della cantante Mariona Sagarra, sibil·lera della chiesa di Santa Maria del Pi, a Barcellona.
L’esecuzione del Senyal del Judici di Alghero, nella versione per coro, solista e strumenti elaborata dal maestro Stefano Garau, come ancora oggi si canta nella cattedrale di Alghero ha concluso la serata particolarmente ricca di pathos.
Il Coro Polifonico Algherese è stato accompagnato dai giovani componenti del Joves Ensemble, preparati e diretti dal maestro Maria Gabriella Mura. Gli altri protagonisti sono stati il sibil·ler Gabriele Catalano, Alessia Sassu al violoncello, Manuele Costantino alla tromba, Fabio Frigato all’organo e Riccardo Collu al tamburo, oltre ai narratori Giuseppe Calaresu e di Carmela Mura Monfardino.
«Portare El Cant de la Sibil•la significa tramandare una tradizione plurisecolare, il canto e i suoni simbolo di una intera comunità, i legami culturali tra terre del Mediterraneo – spiegano dall’Associazione Arte in Musica –. È una grande l’emozione e nel contempo una grande responsabilità: custodire e divulgare il suggestivo rito che dal Medioevo viene eseguito ininterrottamente solo ad Alghero e a Maiorca».
I partecipanti sono stati rapiti dalla bellezza della serata, ricca di desiderio d’incontro, conoscenza, suggestione e accoglienza.
Arte in Musica e il Coro Polifonico, oltre agli sponsor istituzionali, hanno ricevuto il supporto dell’Associazione dei Sardi di Roma “Il Gremio”, della venerabile arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto, della Generalitat de Catalunya, Governo della Catalogna Delegazione in Italia e dell’Associació Catalans a Roma.